l’impatto della tecnologia sulla psiche

credits: Josan Gonzalez


verso la nascita della scienza moderna

L’utilizzo della tecnica non è recente, essa nasce con l’uomo. Definiamo “tecnica” l’utilizzo della conoscenza nell’intento di modificare l’ambiente per un dato fine. L’uomo ha cominciato a chiamarsi tale quando si è servito per la prima volta di un semplice bastone per recuperare cibo da un albero. Questo gesto lo ha distinto dagli altri esseri viventi guidati dall’istinto. Con l’utilizzo della tecnica l’essere umano ha dimostrato di essere in possesso di intenzionalità. Di questo erano consapevoli già i Greci che raccontavano come Zeus avesse incaricato Prometeo di distribuire la sua dote agli uomini, ossia la capacità di prefigurarsi il futuro (Prometeo: pro-metis, colui che pensa in anticipo).

Per i Greci, la natura è quel Tutto immutabile governato da una categoria potentissima: la necessità (anánke). Come ci ricorda Eraclito, le leggi della natura non possono subire alcuna modificazione, perché “questo cosmo che nessun Dio e nessun uomo fece, sempre è stato, sempre è, e sempre sarà: immutabile”. Secondo il filosofo l’uomo può limitarsi a osservare la natura, per cercare di coglierne le costanti.

Se per i Greci la natura aveva il primato sulla tecnica, facciamo un salto in avanti e osserviamo quella che è stata identificata da Kant come la nascita della scienza moderna. Personaggi come Bacone, Galileo e Cartesio ribaltarono il vecchio paradigma e posero la scienza e la tecnica al di sopra della natura.

Nel 1600 l’umanità ha iniziato a formulare ipotesi e a sottoporre la natura a esperimento. Se la natura conferma gli esperimenti della scienza allora possiamo assumere le ipotesi di partenza come leggi di natura. Questo è il metodo scientifico. L’uomo ha trovato il metodo con cui leggere la natura e organizzarla secondo i propri progetti. Sotto questa luce risulta alquanto ingenua la ripartizione tra scienze umane e scienze naturali, poiché è proprio la scienza moderna che consegna all’uomo il primato sull’ordine naturale.

le implicazioni psicologiche

Ora fermiamo per un attimo questa essenziale carrellata storica e proviamo a dare una lettura psicologica dei cambiamenti occorsi alla nostra civiltà nello stesso periodo. Seguendo la lettura di Galimberti, il quale suggerisce che l’umanità avrebbe subìto nei secoli tre grandi umiliazioni alla propria grandiosità narcisistica, possiamo evidenziare alcuni passaggi nella nostra panoramica.

  1. Con la rivoluzione copernicana abbiamo capito di non essere al centro dell’Universo. La scoperta ci è stata consentita grazie al ricorso di strumentazioni tecniche. Di conseguenza, la nascita della scienza moderna segna da un lato la supremazia della scienza sulla natura ma, inevitabilmente e simultaneamente, l’uomo realizza anche di dover ridimensionare la sua importanza nel cosmo.
  2. L’uomo prosegue la sua ricerca scientifica e riacquista fiducia nelle proprie capacità di analisi e comprensione del mondo: in parte la prima ferita narcisistica viene risanata, forse come reazione all’onta copernicana. In psicoanalisi si è osservato che se il processo di assimilazione del proprio senso di finitezza non viene elaborato in modo pieno si potrebbe sfociare nella strutturazione di un Io con presunzione di onnipotenza, una “falsa potenza”; il narcisista ha un problema con il riconoscimento dell’alterità e colloca sé stesso al centro di tutto. Nell’800 la civiltà riceve un secondo duro attacco: grazie alla teoria darwiniana l’uomo comprende di non essere stato generato dal Creatore a sua immagina, ma molto più prosaicamente di derivare dalle scimmie.
  3. La terza mortificazione all’amor proprio l’uomo l’ha ricevuta dal “suo interno”: dalla sua stessa ragione. Sigmund Freud pubblica nel 1899 L’interpretazione dei sogni ed emergono le caratteristiche fondanti della teoria della psiche che prenderà il nome di psicoanalisi. La teoria della mente freudiana si caratterizza per il riconoscimento dell’inconscio: la dimensione psichica che racchiude le attività non consapevoli. La psicoanalisi attribuisce all’inconscio la sede e l’origine delle forze pulsionali che condizionano i comportamenti umani. Freud sostiene che l’Io non è padrone in casa propria.

l’età della tecnica

Ormai la ferita narcisistica dilania l’animo umano. Ma il 900 offre una generosa opportunità di riscatto: il progresso scientifico e tecnologico. Così l’umanità intensifica i suoi sforzi e investe le sue speranze per cercare coesione per il suo Sé sofferente. Come spesso accade con i disturbi narcisistici può sorgere un forte sentimento di rabbia, pronto a deflagrare in cerca di una violenta autoaffermazione. La Seconda guerra mondiale può essere considerata la soglia d’inizio dell’età della tecnica, infatti a partire da questo periodo si sviluppa una crescita tecnologica che determina una mutazione antropologica senza precedenti. La nuova epoca, però, è grandiosa e inquietante al tempo stesso se si pensa che viene simbolicamente inaugurata sganciando la bomba atomica.

Secondo il filosofo Gunther Anders nel regime nazista si è determinato un cambiamento radicale di mentalità che definisce “un fatto più tragico dei sei milioni di ebrei trucidati”. Interrogando il pilota che ha fisicamente rilasciato l’ordigno nucleare su Hiroshima, Anders capisce che l’umanità ha cominciato con forza ad assumere un nuovo paradigma che prevede il passaggio dall’agire al puro e semplice fare: io “agisco” quando compio delle azioni in vista di uno scopo, mentre “faccio” quando eseguo bene il mio mansionario, prescindendo dagli scopi finali che non conosco o dei quali, ipotizzando che li conosca, non ne sono comunque responsabile. All’ufficiale di aviazione Claude Eatherly gli si richiedeva solo una competenza tecnica e nessuna valutazione di giudizio. Meccanismo sviluppato ampiamente anche dalla politologa Hanna Arendt nella sua principale opera “Nascita del totalitarismo”.

Riepilogo: i greci ritenevano che la natura fosse prioritaria sulla tecnica, con la nascita della scienza moderna la tecnica ha preso il sopravvento. Nel corso del 900 l’uomo è passato da un senso di Sé narcisisticamente ferito al terrore di annichilimento da parte della sua stessa creatura: la tecnica.

continua con la seconda parte