nessuno è profeta nella propria patria

bcu.ac.uk
dal sito http://www.bcu.ac.uk/courses/illustration-ba-hons-2018-19

 

La parola talento è spesso abusata, a volte fraintesa, fino a svuotarsi di significato o innalzarsi a qualcosa di irraggiungibile.

Questo film racconta la storia di Rodriguez, un talentuoso musicista americano degli anni ’60, che ha avuto la casualità di vivere in una terra che non aveva la capacità di comprenderlo. Così, rassegnato, ha mollato la chitarra e ha “ripreso a lavorare”, come ha raccontato in un’intervista rilasciata molti anni dopo, mettendosi a fare il muratore.

Nel frattempo, in un mondo parallelo era diventato famoso, letteralmente più famoso di Elvis Presley, ma a sua insaputa. Anzi, più che famoso era considerato un eroe: in Sud Africa Rodriguez era diventato la colonna sonora della lotta contro l’apartheid; centinaia di cittadini cantavano le sue canzoni durante le manifestazioni di rivolta e le sue parole venivano riprese dagli striscioni dei cortei.

E mentre lui alzava muri e si spaccava la schiena nei cantieri edili il suo lontano pubblico lo aveva creduto morto, al contrario di chi ritiene che Elvis abbia continuato a godersi la vita in una località segreta dopo la sua morte dichiarata. Nessun mezzo di comunicazione di massa parlava di Rodriguez: l’establishment lo ha sempre ignorato. In Sud Africa si pensò ad un suicidio, ma non in una modalità qualunque, e iniziarono a girare le storie più incredibili su come avesse deciso di togliersi la vita. Solo così le persone potevano digerire quel lutto immenso, attraverso la costruzione di una leggenda nella quale collocare l’eroe per continuare a idealizzarlo.

Un giorno un detective musicale sudafricano volle far luce su come realmente Rodriguez si fosse suicidato. Dopo l’ostinazione di anni, tipica del cacciatore che segue le tracce della preda più significativa della sua vita, l’investigatore fece la clamorosa scoperta. “Sugar man” (così chiamato dal titolo di una canzone molto amate) viveva a Detroit nella sua casa di sempre, la stessa da quasi 50 anni nella più semplice normalità. Rodriguez non poteva credere alla fama che si era conquistato al di là dell’oceano Atlantico. Inizialmente era stordito, assolutamente impreparato ad accogliere così tanto riconoscimento. Poi si è lasciato convincere dall’uomo che lo ha seguito, è il caso di dirlo, nell’altro mondo. Rinato a nuova vita, Sugar man ha accettato di suonare davanti quel pubblico che lo aspettava da sempre. La folla era delirante e lui la guardava con lo stupore di un bambino e la calma di un eroe. Finalmente al posto giusto.

Questa storia di un eroe inconsapevole mi ha fatto chiedere “cosa siamo quando parti di noi non vengono riconosciute”. Rodriguez rispetto al lavoro come manovale dichiarò “è stato bellissimo, è un lavoro che ti fa sentire vivo”, nel frattempo la parte più talentuosa ed energica del proprio Sé restava comatosa, sospesa tra vita e morte. “Nemo propheta in patria ‹… profèta im pàtria› (lat. «nessuno è profeta nella sua patria»), espressione usata per dire che difficilmente si possono vedere riconosciuti i propri meriti, o comunque i meriti di una persona, nel proprio paese (dove si è per lo più conosciuti come uomini comuni, e con le debolezze di questi), o per lamentare il fatto che spesso le invidie e l’incomprensione dei propri conterranei costringono gli uomini di valore a cercare il successo lontano dal proprio paese” (Treccani)

Rodriguez era dentro due vite parallele, in una era muratore e in un’altra artista carismatico e leader “spirituale” di un movimento di lotta civile. Mentre viveva l’una era totalmente all’oscuro dell’esistenza della seconda, in termini psicodinamici a Detroit conduceva la vita consapevole e in Sud Africa quella dissociata nel proprio incoscio. Immagino il lavoro svolto dal detective come quello di uno psicoanalista che aiuta il paziente a mettere in comunicazione parti del Sé che comunicano in modo discontinuo.

“Coming from reality” è il titolo di un suo album. Ma venire dalla realtà per andare dove, Sugar man? Forse ti riferisci al sogno di te stesso, quello che hai fatto ad occhi aperti davanti alla folla oceanica che ti riconciliava col tuo destino.

Ascolta una delle sue canzoni più rappresentative: Sugar man.

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